Luci e ombre sul nuovo assegno unico deciso in bilancio: facciamo chiarezza sulle modalità e sulle regole previste.
L’assegno unico che ha preso il posto dei vecchi assegni familiari, delle detrazioni e di altri bonus, semplificando enormemente il quadro degli aiuti alle famiglie con figli, presenta alcuni aspetti che hanno bisogno di chiarezza. L’importo salirà per tutti, anche se non nella misura prevista in campagna elettorale, ma ci saranno alcune novità sulle dinamiche dell’agevolazione.
L’assegno unico prende il posto di vecchi incentivi e bonus, ma nasconde alcuni lati che non ci si aspettava. Saranno di meno le famiglie che ne beneficeranno, circa 6 milioni anzichè le 7 milioni previste, per un complessivo di 10 milioni di figli invece degli 11 milioni attesi. Fratelli d’Italia, nel suo programma elettorale, proponeva un aumento secco che è stato rivalutato per forza maggiore.
Come funziona?
Ma l’assegno per ogni figlio non avviene in automatico: ogni potenziale beneficiario deve presentare una domanda, cosa che non tutti hanno fatto. Inoltre, non tutte le famiglie hanno presentato il proprio Isee, e per questo motivo la spesa generale è diminuita del 20%: così, le famiglie richiedenti hanno ricevuto la cifra minima (50 euro al mese).
L’assegno mensile arriva fino a 175 euro, che scende a 85 per i figli maggiorenni tra i 18 e i 21 anni. L’importo pieno andrà a chi ha un Isee fino a 15mila euro, mentre per chi ha redditi superiori l’assegno scende progressivamente. Può scendere fino al minimo di 50 euro (25 per i figli maggiorenni) per Isee oltre 40mila o per chi non presenta alcuna dichiarazione.
Quali novità dal 1° gennaio?
L’assegno unico col nuovo esecutivo aumenterà, ma forse non del 50% per tutti i livelli di Isee. Secondo la premier Meloni, passare da 175 a 263 euro al mese come importo massimo (per chi ha un Isee fino a 15 mila euro) costerebbe tanto, almeno 6 miliardi. Oggi l’importo medio mensile è stimato di 233 euro ed è stato pagato in media per 1,6 figli per ciascun richiedente, mentre l’importo per ciascun figlio è risultato, sempre in media, di 145 euro.
Dal 1° gennaio 2023 la soglia massima salirà fino a 190 euro e quello minimo da 50 a 54 euro, per adeguarsi al costo della vita. Di conseguenza, però, si alzerà anche la soglia dell’Isee: quella che consente di avere l’importo massimo per figlio passerà da 15mila a 16.185 euro, quella per l’importo minimo passerà da 40mila a 43.160 euro.
Richiedere l’assegno unico
Si può fare domanda tramite il sito dell’Inps al servizio “Assegno unico e universale per i figli a carico” con Spid almeno di livello 2, carta di identità elettronica (Cie) o carta nazionale dei servizi (Cns). Si può chiamare anche il numero verde dell’Inps 803.164 o il numero 06 164.164. In alternativa ci si può rivolgere agli enti di patronato.
Per i nuclei percettori di reddito di cittadinanza con almeno una mensilità della prestazione integrata dall’assegno unico, viene sottratta la quota di reddito di cittadinanza relativa ai figli che fanno parte del nucleo familiare: l’importo medio mensile di tale integrazione è risultato pari a 166 euro per nucleo.